martedì 8 febbraio 2011

Quei “minacciosi” rami che incombono su auto e persone: diffida contro il Comune su scerbature e potature


Quante volte il rosso di un semaforo lo abbiamo solo “intravisto”, perché nascosto da selvaggi e “invadenti” rami. Quante volte abbiamo aperto la finestra, per ritrovarci invasi in casa nostra dagli alberi “impiccioni” e non rispettosi della privacy. Scherzi a parte, i servizi di potatura e scerbatura stanno diventando un problema, nella nostra città. Problema tale da indurre il Movimento Consumatori del Sud, attraverso il suo presidente Michele Di Pietro, a presentare una diffida formale al Comune. Secondo Di Pietro anni di mancata programmazione della scerbatura e della pulitura hanno portato gli alberi a crescere a dismisura, col rischio, oggi, di «creare seri pericoli alla circolazione veicolare e pedonale, dal momento che la crescita incontrollata dei rami ormai è arrivata ad altezza d’uomo». Molti, ad esempio, non consentono «una ottima visibilità degli incroci da distanza di sicurezza e la loro crescita rende del tutto

inutile in molte parti della città la pubblica». Ma è soprattutto «il codice della strada a prevedere che i semafori debbano essere visibili da distanza adeguata a poter compiere manovre di emergenza ove ve ne fosse il caso, come ad esempio nella via della Libertà nel tratto compreso tra l’ex edificio che ospitava la Standa e l’incrocio con il viale Giostra dove gli alberi hanno del tutto coperto sia l’illuminazione pubblica che la giusta e corretta visibilità degli impianti semaforici». Altro esempio, il tratto che dal semaforo via Garibaldi, incrocio torrente Boccetta basso, giunge al semaforo prima della Fontana del Nettuno. E poi via Placida, o le traverse che congiungono la via XXIV Maggio al corso Cavour. «La mancata potatura – evidenzia Di Pietro - è causa di forti disagi anche per chi si vede i balconi invasi dai rami e nelle giornate di forte vento non è stato raro vederne caduti parecchi di rami con danni fortunatamente non tragici ma sicuramente onerosi per le casse della pubblica amministrazione». Sono tutte queste le ragioni che spingono il Movimento Consumatori del Sud a diffidare, nell’ordine, l’Amministrazione comunale, e nello specifico gli assessori all’Arredo urbano ed alla Viabilità, e il comando della Polizia municipale, «affinché intervengano urgentemente al fine di effettuare scrupolose verifiche ed emettere tutti i provvedimenti consequenziali ed urgenti, senza escludere la possibilità di abbattimento di tutti quegli alberi che dovessero risultare pericolosi per l’incolumità pubblica, e se del caso valutino nei casi più eclatanti l’opportunità di chiudere corsie stradali al traffico veicolare fino a consentire l’adempimento delle superiori normative». In caso contrario, il Movimento si dice pronto a rivolgersi alla magistratura.

A condividere le ragioni del Movimento Consumatori del Sud è il direttivo dell’Orsa, secondo cui il settore del verde pubblico resta gestito «con dinamiche improvvisate attraverso lo stanziamento periodico di “pochi spiccioli” e con interventi fuori stagione a macchia di leopardo che nei fatti lasciano la città in preda alle erbacce per tutto l’arco dell’anno, con tutto ciò che ne consegue per l’igiene e il decoro della città. Risulta incomprensibile – si legge in una nota - come un servizio essenziale che rappresenta il biglietto da visita della città continui ad essere catalogato fra gli interventi di “secondo livello”, l’Amministrazione sembra confermare le becere dinamiche a suo tempo insinuate dalla gestione Ato3 che considerava la cura del verde “servizio aggiuntivo” e programmava gli interventi di scerbatura e potatura in puntuale ritardo, attraverso affidamenti “diretti” che lasciavano sospettare l’esistenza di canali preferenziali riservati alle aziende “amiche”. Solo l’energico intervento dei lavoratori impedì gli affidamenti “ad personam” che avrebbero coinvolto, anche quella volta, maestranze extracittadine a discapito dei lavoratori messinesi, troppo spesso sacrificati nell’ara degli interessi di bottega partitica».

«Anche quest’anno – prosegue l’Orsa - la cura del verde pubblico non è stata programmata per tempo, assistiamo a potature fuori stagione che potrebbero compromettere la salute degli alberi, la primavera bussa alle porte ma i rari interventi di scerbatura sono fermi da mesi, bisogna rassegnarsi ad affrontare un’altra estate con la città immersa nelle erbacce e con le aiuole cittadine trasformate in nidi di ratti e ricettacoli di zanzare? Un servizio di tale interesse pubblico non può essere gestito con gli avanzi di altri capitolati di spesa, la cura del verde merita una stanziamento di risorse sufficienti a garantire la programmazione degli interventi per il medio e lungo periodo, attraverso appalti con clausole vincolanti utili a garantire l’impiego delle maestranze cittadine che anche in questo settore subiscono l’eccessiva esterofilia messinese».
pubblicato da Tempo Stretto



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