martedì 8 febbraio 2011

Il pomodoro di Pachino e l'appello al boicottaggio


Nel corso del programma pomeridiano 'Bontà loro' di Maurizio Costanzo, in onda su Rai Uno, il conduttore della trasmissione 'Occhio alla spesa', Alessandro Di Pietro, ha affermato: 'La filiera del pomodoro di Pachino è in mano alla mafia, va boicottato'. Parole secche e precise che, come è facile immaginare, hanno solevato un gran polverone.

Il presidente dell'Associazione Movimento Consumatori del Sud, Michele Di Pietro, ha spiegato che l'appello al boicotatggio del pomodoro di Pachino, lanciato dal conduttore Rai, nasce da da un'intervista del procuratore antimafia Pietro Grasso. Grasso in più di un'occasione ha affermato che quel tipo di prodotto viene trasportato dal sud della Sicilia al mercato di Fondi, a Latina, per essere confezionato e poi trasferito nuovamente in Sicilia per la distribuzione nei grandi magazzini. A quanto pare, il mercato di Fondi è al centro di diverse indagini antimafia e i passaggi forzati farebbero lievitare i costi al consumo fino a undici volte il prezzo alla produzione.

Il presidente dell'Associazione Movimento Consumatori del Sud ha però anche aggiunto che dalla rappresentazione della realtà emersa dall'intervista al procuratore Grasso, si è passati ad un'interpretazione soggettiva che ha indotto i due conduttori Rai a consigliare di non acquistare i pomodori di Pachino.

In un atto extragiudiziale inviato a viale Mazzini, il presidente dell'Associazione ha scritto: 'E' inconcepibile che dalla tv pubblica giungano appelli alla distruzione di un sistema economico fatto da migliaia di piccoli produttori e quattordici cooperative che, puntando sulla eccellenza e unicità di un prodotto, hanno reso il ciliegino Igp sinonimo di qualità apprezzato in tutto il mondo. Simili iniziative sono accettabili solo quando l'allarme viene dato dalle istituzioni pubbliche preposte alla lotta contro la criminalità organizzata e solo dopo avere attentamente controllato la notizia crimis ed avendo l'accortezza di individuarne i sicuri colpevoli e non l'intera categoria degli agricoltori'.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che sul suo blog ha scritto: 'Più che contestabile l'appello a non comprare il pomodoro di Pachino. Vorrebbe dire far chiudere qualche migliaio di imprese e decine di migliaia di lavoratori si troverebbero in mezzo ad una strada costretti a cercare di vivere più o meno illecitamente, quindi stiamo attenti'. Lombardo ha poi aggiunto: 'Come evitare le mille mafie che lucrano, ingrassano e campano sulle cento intermediazioni che ci sono tra produttori e consumatori e nelle quali si nasconde la malavita, il malaffare, Cosa Nostra e la speculazione che al tempo stesso spenna il consumatore e mette in ginocchio il produttore, perché il produttore vende ad un prezzo inferiore ai costi di produzione e il consumatore trova il prezzo alle stelle? Bisogna accorciare la filiera, organizzarsi ed evitare le intermediazioni. E lo dobbiamo fare. Abbiamo un'agricoltura massacrata da politiche agricole criminali fatte da parte di gente incompetente. Si comincia a voltar pagina. La grande distribuzione deve garantirci una concorrenza leale non abbassando di punto in bianco i prezzi per far fuori il nostro prodotto. La legge ci può consentire che la grande distribuzione, piuttosto che far danno, sia un alleato del nostro prodotto. Bisogna rendere remunerativo l'allevamento così come la produzione dell'uva da mosto, dell'olio o del grano. E puntare sulla qualità e il controllo. La politica agricola dell'assessore D'Antrassi, esperto di produzione e di commercializzazione, è questa. E la legge che faremo dovrà servire anche a questo. Se il produttore che si spacca la schiena a produrre pomodorino, attraverso il mercato agroalimentare o l'associazione con gli altri produttori e senza far passare il prodotto per dieci mani diverse, porta il prodotto direttamente al mercato allora non ci sarà più margine e spazio per le organizzazioni criminali che lucrano, lo tengono in ginocchio, lo sfruttano e lo distruggono anche sul piano dell'immagine e della credibilità sua e della nostra meravigliosa Sicilia'.
pubblicato da Excite

MOVIMENTO CONSUMATORI DEL SUD ALLA RAI: QUEL PROCLAMA DANNEGGIA LA SICILIA


SERVIZI SOCIALI, GLI ATTI DEPOSITATI IN PROCURA


Quei “minacciosi” rami che incombono su auto e persone: diffida contro il Comune su scerbature e potature


Quante volte il rosso di un semaforo lo abbiamo solo “intravisto”, perché nascosto da selvaggi e “invadenti” rami. Quante volte abbiamo aperto la finestra, per ritrovarci invasi in casa nostra dagli alberi “impiccioni” e non rispettosi della privacy. Scherzi a parte, i servizi di potatura e scerbatura stanno diventando un problema, nella nostra città. Problema tale da indurre il Movimento Consumatori del Sud, attraverso il suo presidente Michele Di Pietro, a presentare una diffida formale al Comune. Secondo Di Pietro anni di mancata programmazione della scerbatura e della pulitura hanno portato gli alberi a crescere a dismisura, col rischio, oggi, di «creare seri pericoli alla circolazione veicolare e pedonale, dal momento che la crescita incontrollata dei rami ormai è arrivata ad altezza d’uomo». Molti, ad esempio, non consentono «una ottima visibilità degli incroci da distanza di sicurezza e la loro crescita rende del tutto

inutile in molte parti della città la pubblica». Ma è soprattutto «il codice della strada a prevedere che i semafori debbano essere visibili da distanza adeguata a poter compiere manovre di emergenza ove ve ne fosse il caso, come ad esempio nella via della Libertà nel tratto compreso tra l’ex edificio che ospitava la Standa e l’incrocio con il viale Giostra dove gli alberi hanno del tutto coperto sia l’illuminazione pubblica che la giusta e corretta visibilità degli impianti semaforici». Altro esempio, il tratto che dal semaforo via Garibaldi, incrocio torrente Boccetta basso, giunge al semaforo prima della Fontana del Nettuno. E poi via Placida, o le traverse che congiungono la via XXIV Maggio al corso Cavour. «La mancata potatura – evidenzia Di Pietro - è causa di forti disagi anche per chi si vede i balconi invasi dai rami e nelle giornate di forte vento non è stato raro vederne caduti parecchi di rami con danni fortunatamente non tragici ma sicuramente onerosi per le casse della pubblica amministrazione». Sono tutte queste le ragioni che spingono il Movimento Consumatori del Sud a diffidare, nell’ordine, l’Amministrazione comunale, e nello specifico gli assessori all’Arredo urbano ed alla Viabilità, e il comando della Polizia municipale, «affinché intervengano urgentemente al fine di effettuare scrupolose verifiche ed emettere tutti i provvedimenti consequenziali ed urgenti, senza escludere la possibilità di abbattimento di tutti quegli alberi che dovessero risultare pericolosi per l’incolumità pubblica, e se del caso valutino nei casi più eclatanti l’opportunità di chiudere corsie stradali al traffico veicolare fino a consentire l’adempimento delle superiori normative». In caso contrario, il Movimento si dice pronto a rivolgersi alla magistratura.

A condividere le ragioni del Movimento Consumatori del Sud è il direttivo dell’Orsa, secondo cui il settore del verde pubblico resta gestito «con dinamiche improvvisate attraverso lo stanziamento periodico di “pochi spiccioli” e con interventi fuori stagione a macchia di leopardo che nei fatti lasciano la città in preda alle erbacce per tutto l’arco dell’anno, con tutto ciò che ne consegue per l’igiene e il decoro della città. Risulta incomprensibile – si legge in una nota - come un servizio essenziale che rappresenta il biglietto da visita della città continui ad essere catalogato fra gli interventi di “secondo livello”, l’Amministrazione sembra confermare le becere dinamiche a suo tempo insinuate dalla gestione Ato3 che considerava la cura del verde “servizio aggiuntivo” e programmava gli interventi di scerbatura e potatura in puntuale ritardo, attraverso affidamenti “diretti” che lasciavano sospettare l’esistenza di canali preferenziali riservati alle aziende “amiche”. Solo l’energico intervento dei lavoratori impedì gli affidamenti “ad personam” che avrebbero coinvolto, anche quella volta, maestranze extracittadine a discapito dei lavoratori messinesi, troppo spesso sacrificati nell’ara degli interessi di bottega partitica».

«Anche quest’anno – prosegue l’Orsa - la cura del verde pubblico non è stata programmata per tempo, assistiamo a potature fuori stagione che potrebbero compromettere la salute degli alberi, la primavera bussa alle porte ma i rari interventi di scerbatura sono fermi da mesi, bisogna rassegnarsi ad affrontare un’altra estate con la città immersa nelle erbacce e con le aiuole cittadine trasformate in nidi di ratti e ricettacoli di zanzare? Un servizio di tale interesse pubblico non può essere gestito con gli avanzi di altri capitolati di spesa, la cura del verde merita una stanziamento di risorse sufficienti a garantire la programmazione degli interventi per il medio e lungo periodo, attraverso appalti con clausole vincolanti utili a garantire l’impiego delle maestranze cittadine che anche in questo settore subiscono l’eccessiva esterofilia messinese».
pubblicato da Tempo Stretto



Dalla Rai invitano a boicottare il pomodoro di Pachino perché prodotto “mafioso” e si scatena una guerra


«La filiera del pomodoro di Pachino è in mano alla mafia, va boicottato». Sono queste le poche ma pesanti parole pronunciate dal conduttore della trasmissione “Occhio alla spesa ”, Alessandro Di Pietro, ospite del programma "Bontà loro" di Maurizio Costanzo (RaiUno), che stanno scatenando una vera e propria guerra, mediatica e non solo.
La prima reazione è quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio , il sicilianissimo Gianfranco Miccichè, che nel suo blog scrive «Così rovinano un’economia, il boicottaggio è raccapricciante».
Sull’argomento è intervenuta anche l’Associazione Movimento Consumatori del Sud che ha notificato al quartiere generale rai di viale Mazzini un atto extragiudiziale.
L’appello ‘anti-pomodoro pachino’ del conduttore rai – spiega il presidente del movimento Michele Di Pietro- nasce da un’ intervista del procuratore antimafia Pietro Grasso, il quale
in più di un’occasione ha affermato che quel tipo di prodotto viene trasportato dal sud della Sicilia al mercato di Fondi, a Latina, per essere confezionato e poi trasferito nuovamente in Sicilia per la distribuzione nei grandi magazzini. Come è stato sottolineato anche nel programma pomeridiano di Costanzo , il mercato di Fondi è al centro di diverse indagini antimafia e i passaggi forzati farebbero lievitare i costi al consumo fino a undici volte il prezzo alla produzione (50 centesimi in media).

Secondo l’Associazione Movimento Consumatori del Sud , dalla rappresentazione della realtà venuta fuori dall’intervista al procuratore Grasso, si è passati ad un’interpretazione soggettiva che ha indotto i due conduttori rai a consigliare ai telespettatori-consumattori di non comprare i pomodori di Pachino.
«E’ inconcepibile – scrive il presidente del movimento consumatori del Sud - che dalla tv pubblica giungano appelli alla distruzione di un sistema economico fatto da migliaia di piccoli produttori e quattordici cooperative che, puntando sulla eccellenza e unicità di un prodotto, hanno reso il ciliegino Igp sinonimo di qualità apprezzato in tutto il mondo. Simili iniziative sono accettabili solo quando l'allarme viene dato dalle istituzioni pubbliche preposte alla lotta contro la criminalità organizzata e solo dopo avere attentamente controllato la notizia crimis ed avendo l’accortezza di individuarne i sicuri colpevoli e non l’intera categoria degli agricoltori».

Nell’atto inviato al direttore generale della Rai Masi, a Maurizio Costanzo e alla Commissione di vigilanza Rai , il Movimento Consumatori del Sud «invita e diffida la RAI , organo di informazione pubblico, di rendere pubbliche scuse per l'incitamento a non comprare il prodotto siciliano; di prendere tutte le iniziative del caso contro la trasmissione televisiva in oggetto ”BONTA’ LORO” ed il suo conduttore Dott. Maurizio Costanzo e contro l’ospite Dott. Alessandro Di Pietro che si e’ deliberatamente lanciato in argomentazioni del tutto prive di fondamento, consigliandogli ove lo conoscesse di rivolgersi alla magistratura sola ed unica competente ad emettere sentenze e condanne».L’associazione di Di Pietro è pronta anche a presentare «un reclamo formale alla autorità di vigilanza del servizio televisivo pubblico, per rimediare al danno di immagine causato».

Danila La Torre
pubblicato da Tempo Stretto

sabato 29 gennaio 2011

IL CORAGGIO DELLE PROPRIE AZIONI


Il Movimento è nato non per raggiungere compromessi, ma per portare avanti la lotta pro legalità, affinchè le parole Diritto, Regole, Leggi, Regolamenti non siano solo utopistiche idee. Il senso civico, il rispetto per la Res Pubblica e la giustizia, nella società odierna ed in particolare nella nostra terra, vengono meno dinnanzi agli interessi del singolo...non certo dinnanzi agli interessi della collettività. E dov'è la collettività? La collettività parla sottovoce nei bar, nelle strade e nelle piazze fra un caffè, un thè o un aperitivo.

Se per caso un giorno, qualcuno raggiunge la notorietà sulle prime pagine dei giornali ecco che pensa di aver raggiunto l'obiettivo: hanno parlato di me! Ma è solo un inutile e per nulla solido regalo che si scioglie come zuccherino in poco tempo in mezzo bicchier d'acqua. Zuccherino per gli inetti ed inutili protagonisti del nulla. Le battaglie vanno iniziate e finalizzate al raggiungimento di ben altri obiettivi. La lotta va organizzata solo con i mezzi che i regolamenti ci mettono a disposizione. Bastebbe solo leggere, informarsi, studiare, "digerire" e "metabolizzare" che le idee sono fattibili solo se si mette tutto, e ripeto tutto l'impegno necessario. I COMPROMESSI sono quelli che hanno ridotto l'Italia a ciò che purtroppo è adesso. I COMPROMESSI sono quelli che trasformano un territorio in Far West. I COMPROMESSI sono il cappio al collo della libertà. Ai compromessi noi non ci stiamo. Noi continueremo a difendere le opportunità, i diritti della gente, continueremo a combattere le illegalità, noi continueremo a denunciare il malaffare. Noi continueremo a chiamare gli illeciti: REATI. E ne cercheremo i responsabili a cui chiederne conto. Anche noi avremmo preferito che con gli esempi si risolvessero le cose, ma così non è stato, quindi oggi ci voglio le sanzioni applicate con giustizia. Non cerchiamo vendetta ma vogliamo far comprendere che le regole servono per essere veramente uomini liberi, perchè non va mai dimenticato che: la nostra libertà inizia e finisce dove inizia la libertà altrui.

Movimento Consumatori del Sud

Buzzanca, Ferlisi e le regole …/4


Inchiesta: “L’uso dello spazio pubblico a Messina” – quarta parte

Proseguendo nel nostro giro per Messina oggi diamo uno sguardo alla situazione in Via La Farina, una strada notoriamente caratterizzata da un traffico abbastanza pesante.

La nostra attenzione viene colpita da un rivenditore di frutta che, per la stabilità della struttura, crediamo non possa non avere l’autorizzazione e ci chiediamo come quest’ultima possa essere stata concessa atteso che occupa completamente un lungo tratto di marciapiede costringendo i pedoni a camminare sulla carreggiata di pertinenza del traffico veicolare …

Proseguendo sempre in Via La Farina, direzione nord, notiamo come alcuni commercianti utilizzino il marciapiede per esposizione e deposito: in questi casi ci troviamo sicuramente in presenza di abusi che i Vigili Urbani dovrebbero sanzionare ed impedire.

A proposito, abbiamo chiesto di incontrare il Comandante Ferlisi per conoscere, in riferimento all’occupazione del suolo pubblico, l’attività espletata dal Corpo ed poter evidenziare, ove occorra, le criticità riscontrate.

Angolo Via Giordano Bruno: questo Bar è in regola con il disposto del Regolamento ?

Ora un rapido sguardo in Viale Europa. Anche qui circolazione caotica ed occupazione completa del marciapiede.

Per finire una carrellata sugli “ambulanti” di Viale Europa.
Se ben ricordiamo in Viale Europa, in base all’art. 15 – comma 3, non potrebbero essere rilasciate concessioni anche temporanee perché “via di accesso agli svincoli autostradali”.

Non c’è di che stare allegri.

C. F. Cucinotta - MessinaWebTV -